Lampada da terra, Anni ‘50
cm 216 x 62
Angelo Lelii, progettista e imprenditore, nasce ad Ancona nel 1915; pochi anni dopo si trasferisce a Monza; qui, a partire da un piccolo laboratorio dove realizza lampade e lampadari che uniscono nuove tecnologie ad un design innovativo, fonda nel 1943 Arredoluce, destinata a diventare una delle più celebri aziende di design italiano nel mondo: ferro ottone e vetro, ma anche alluminio e plexiglas, sono i materiali con cui vengono realizzate vere e proprie opere d’arte luminose.
Innamorato degli Stati Uniti, Lelii inizia una proficua collaborazione con le aziende statunitensi Prescolite di Seattle e Raymor, così come la Lightolier e Altamira; da sempre curioso e attento alle novità, importa dagli USA la lampadina alogena, per la quale crea un particolare trasformatore.
Nel 1947 presenta alla Triennale di Milano la celebre lampada orientabile “12128”, destinata a diventare un modello iconico, conosciuto nel mondo proprio come “Triennale” dal nome della rassegna milanese.
Seguiranno altri modelli come la “Eye” (1950), “Stellina” (1950) e la notissima lampada-scultura “Cobra” (1964), che incorpora il trasformatore nella base. Di qui il successo sarà internazionale: il suo stile ebbe particolare successo negli Emirati Arabi, nel Kuwait, Kuala Lumpur e Bangkok, dove si riproporranno, ingigantite, le foglie dei suoi fiori in ferro e ottone su cancelli e fontane di prestigiosi alberghi; a Teheran venne realizzata una fontana luminosa di quattro metri di diametro per lo Scià Reza Pahlavi.
Arredoluce vanta importanti collaborazioni con molti nomi del design internazionale: tra queste si ricordano quelle con Gio Ponti, Ettore Sottass, Achille e Piergiacomo Castiglioni, fino all’ estro creativo di Nanda Vigo, entrata in azienda molto giovane per poi diventare una designer di grande successo.
Lelii muore nel 1987, e Arredoluce venne chiusa; l’azienda è recentemente rinata come parte del gruppo Penta, specializzato in illuminazione.
La bella lampada da terra a stelo è riferibile agli anni ‘50, e presenta elementi in ottone e metallo verniciato, diffusori in vetro satinato e base in marmo. Notevole la parte decorativa che presenta i fiori di croco ancora in bocciolo in ottone dorato e i fiori “sbocciati” in ottone e vetro, così come la gradazione del verde che sfuma verso l’alto con notevole senso naturalistico.