Arturo Carmassi

carmassi
Arturo Carmassi Arles collage asta Sant'Agostino Aste

“Arles” 1977
94,5×79,5 tecnica mista e collage su tela
Opera firmata e datata in basso al centro

Il raffinato collage su tela Arles di Arturo Carmassi, quasi un omaggio alla città di Van Gogh che molto amava (tanto che darà il titolo a tutta una serie di lavori realizzati con stralci di giornali francesi e pittura su tela), è riferibile come esecuzione proprio all’anno della storica personale di Carmassi presso il Palazzo dei Diamanti di Ferrara, a cura del critico francese Pierre Restany, teorico del Nouveau Réalisme, forse il vertice di un un decennio di grandi successi professionali.

Artista che oggi meriterebbe un maggior riconoscimento critico, benché ancora richiestissimo dai collezionisti, Carmassi ebbe tra i suoi estimatori critici, intellettuali e scrittori, tra cui due grandi intellettuali siciliani: Leonardo Sciascia, che scrisse il testo di una sua personale a Milano nel 1972, e Andrea Camilleri, che in un’intervista all’Espresso raccontò di essersi ispirato proprio al catalogo della mostra di Carmassi curato da Sciascia per il personaggio di un suo romanzo.

Nato a Lucca nel 1925, si trasferisce da bambino con la famiglia a Torino, dove studia per qualche tempo all’Accademia Albertina.  Dopo il suo trasferimento a Milano nel 1952 si interessa alle avanguardie storiche, unendo al carattere informale dei suoi primi lavori nuovi elementi surrealisti.

Numerose le sedi internazionali prestigiose che ospitarono sue personali, soprattutto in Francia, tra cui Parigi a Strasburgo; artista eclettico, si è misurato per tutta la sua lunga vita con pittura, scultura e incisione, sperimentando tecniche diverse che vanno dal collage, alle sabbie agli oli, alle penne, all’uso di materiali non convenzionali come cera, cartone ondulato, catrame, vecchie stoffe, legno di recupero…

Attento a numerosi linguaggi, interpretò con sicurezza e autonomia il neocubismo e l’informale, sino a farne un proprio personalissimo vocabolario espressivo.

Un suo autoritratto è esposto nella Galleria degli Autoritratti degli Uffizi, dono della moglie Marisa Carmassi Druar.