Francesco Messina

Francesco Messina Nuotatore (Vittorio Gassman), 1958 Scultura in bronzo h.cm 62,5 cm Opera firmata alla base
Francesco Messina Nuotatore (Vittorio Gassman), 1958
Scultura in bronzo h.cm 62,5 cm
Opera firmata alla base

Nuotatore (Vittorio Gassman), 1958
Scultura in bronzo h.cm 62,5 cm
Opera firmata alla base

Al centro ricerca di Messina c’è l’uomo e l’indagine, anche psicologica, del suo corpo: fin dagli anni Venti, Messina si confronta con la scultura in terracotta e in bronzo di piccole dimensioni; una scelta che ha ragioni economiche ma anche di natura sperimentale e che porta l’artista a misurarsi con la statuaria classica, in particolare con i modelli di età romana: alla riproposizione di temi di matrice archeologica aggiunge sempre un carattere contemporaneo, come bene evidenziano Il Pugilatore conservato alla GAM di Torino o lo splendido Nuotatore ispirato alla figura del celebre attore Vittorio Gasmann, già negli anni ’50 esempio, per le sue doti fisiche, di perfezione classica.

Francesco Messina nasce a Linguaglossa, ai piedi dell’Etna, nel 1900; poco tempo dopo la sua famiglia, trasferisce a Genova: qui Francesco verrà avviato giovanissimo alla lavorazione del marmo come garzone di bottega per poi ampliare i suoi studi e dedicarsi allo studio del disegno, del gesso e del bronzo.

Già nel 1916 espone alla mostra annuale della Società Promotrice delle Belle Arti di Genova, alla quale parteciperà quasi ininterrottamente fino al 1932.

Negli anni Venti vanta le prime partecipazioni alla Biennale di Napoli, di Venezia e alla Quadriennale di Roma. Nel 1926 espone per la prima volta a Milano, alla mostra del Novecento Italiano, dove espone un suo Autoritratto e conosce il collega Arturo Martini, che diventerà amico e rivale. Nel 1929 tiene, sempre a Milano, la sua prima personale presentata da Carlo Carrà. Quest’ultimo, già molto famoso, riconosce il grande valore che esiste delle sue opere; Carrà afferma in catalogo:

“Nulla di convenzionale e di materialistico appare nelle raffigurazioni di Francesco Messina. È ciò accade perché la scultura – alla guisa di tutte le manifestazioni estetiche – è un’operazione magica. Pensiero, sogno, fantasia, volontà e intuizione si collegano in questi bronzi con armonia di forme e di espressione.”

Negli anni ’30 il successo è ormai internazionale, la Galleria d’Arte Moderna di Torino acquista il Pugilatore, il Kunsthistorische Museum di Vienna il Ritratto del pittore Piero Marussig e la Galleria d’Arte Moderna di Roma il Ritratto di un poeta. A Milano nel 1936 ottiene la cattedra all’Accademia di Brera, che manterrà fino al 1944, mentre, nel 1943 è nominato Accademico di Italia.

Nei decenni successivi crescono le committenze per opere per spazi pubblici come con il grande Cavallo Morente della RAI di Viale Mazzini a Roma e le opere della Galleria Vaticana realizzate tra il 1973 e il 1974.

All’inizio degli anni Settanta stabilisce il suo studio nella ex chiesa di San Sisto, concessagli dal Comune di Milano in cambio di un completo restauro dell’edificio. In questo spazio Messina realizza il suo laboratorio e dà avvio a quello che sarà il primo nucleo del suo studio – museo monografico ancora oggi operante, grazie soprattutto a una selezione di opere donate alla Città di Milano; sceglie inoltre di donare alcune sue opere a importanti musei italiani, come il Museo Nazionale del Bargello a Firenze, e stranieri, come la Galleria di Arte Moderna di Monaco di Baviera, il Museo Pushkin di Mosca e l’Ermitage di San Pietroburgo. Nel 1994 riceve il Premio alla Scultura da parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Muore nel 1995 a Milano.

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