Lampada da Terra mod. 1056
Stelo in ottone, diffusore in perspex opalino e riflettore in alluminio laccato, base in ghisa, Arteluce, 1948
H. cm 138
Dopo gli studi classici, Gino Sarfatti frequenta l’università di Ingegneria aeronavale a Genova. Nel 1935 la sua famiglia si trasferisce a Milano; qui, dopo un’esperienza di vendita di vetri d’arte, collabora con la società Lumen.
Inserito nell’ambiente artistico e culturale milanese dell’epoca, nel 1939 fonda Arteluce Società Anonima A.L., e ne diviene Direttore Generale. La società ha per oggetto sociale gli apparecchi d’illuminazione, complementi di arredo e progettazione di interni, e negli anni coinvolgerà molti designer come Franco Albini, Sergio Asti, Cini Boeri, Gianfranco Frattini, Ico Parisi, Massimo Vignelli.
Sin dall’inizio le lampade non hanno un nome ma vengono identificate con un numero che è progressivo all’interno della categoria, ad esempio dal nº 0 i riflettori e gli apparecchi speciali da muro, (più tardi farà partire dal 50 specchi con luci e lampade per l’arredo-bagno), e così via. Dal nº 1000 gli apparecchi da terra, come la lampada mod. 1056 con stelo in ottone, diffusore in perspex opalino, diffusore in alluminio laccato, prodotto da Arteluce nel 1948.
Fuggito a Lugano per le persecuzioni razziali, la Arteluce rimane attiva, nei limiti permessi dal periodo bellico, grazie ad una procuratrice. Nel 1946 Sarfatti riapre una piccola officina in via Cesena a Milano, in un appartamento riadattato sotto la sua abitazione provvisoria. Nel 1950 fonda a Roma, con suo cognato, la società ArCon – Arredamento Contemporaneo, che commercializza marchi di eccellenza nell’arredamento.
Vince molti premi internazionali, tra i quali, nel 1954 e nel 1955 il Compasso d’Oro con i modelli 559 e 1055.
Nel dicembre del 1973, anno in cui vince la medaglia d’oro della XV Triennale, cede l’azienda, oggi non più operativa.
Tra le opere più significative dell’Arteluce si ricorda la fornitura per le navi Conte Biancamano, Saturnia, Andrea Doria, Michelangelo, Raffaello e l’ultima in ordine di tempo, l’illuminazione dell’intero Teatro Regio di Torino, di cui progetta e realizza in particolare l’illuminazione della grande sala con un’installazione luminosa chiamata La Nuvola, realizzata con 1750 sottilissimi tubi in alluminio con punto luce alla estremità e 1900 steli in perspex riflettenti.
Dal 1974 Sarfatti si ritira a vivere a Griante, sul lago di Como. Muore il 6 marzo 1985.
Si stima che le lampade disegnate da Sarfatti siano circa 600.