Man Ray

Man Ray Optic Topic maschera realizzata da GEM Montebello all'asta
Man Ray, Maschera Optic-Topic
1974-1978 GEM Montebello, Milano

Maschera Optic-Topic
1974-1978 GEM Montebello, Milano

Gian Carlo Montebello (Milano, 1941 – 2020) ha rivoluzionato l’idea del gioiello d’artista da pezzo unico a multiplo d’artista, conferendo centralità al progetto in relazione al corpo; nel 1967 fonda a Milano con la moglie Teresa Pomodoro, sorella di Gio e Arnaldo, la GEM Montebello.

Tra il 1967 e il 1978 i due collaborano con oltre 50 artisti editando circa 200 gioielli in multipli in edizione limitata: l’idea era di realizzare gioielli dal prezzo accessibile, raggiungendo il grande pubblico in una visione culturale democratica. Molti i nomi nazionali e internazionali, a partire dai cognati Arnaldo e Gio’ Pomodoro, César, Sonia Delaunay, Piero Dorazio, Lucio Fontana, Niki de Saint Phalle, Pietro Consagra, Fausta Squatriti, Claude Lalanne, Man Ray.

Montebello dichiarò sempre una grande stima per Man Ray (Emmanuel Radnitzky, Filadelfia, 1890 – Parigi, 1976), amico personale, con cui realizzò diversi gioielli tra cui la spilla The Oculist e, a metà degli anni ’70, la celebre maschera Optic Topic, originariamente nata come occhiali disegnati per la moglie Juliette con il nome di Sel et Poivre, in pieno spirito dadaista, perché le lenti erano fatte interamente in oro perforato, pensate per viaggiare in auto decappottabile.

Dopo alcune traversie di carattere tecnico (gli occhiali in oro erano troppo pesanti per reggere le cerniere, per cui si dovette optare per l’argento placcato in oro) l’opera assunse, grazie alla geniale intuizione di Montebello che aggiunse l’invito per il naso e sostituì le stanghette con dei lacci in cuoio e velluto, la forma di una maschera veneziana indossabile, vero oggetto surrealista.

La GEM concluse la sua attività nel 1978, anche a causa della rapina a mano armata dell’intera collezione, che era esposta in mostra a Udine. Montebello decise di continuare a realizzare e progettare gioielli esclusivamente con la sua firma, gioielli che ebbero grande successo come la collana superleggera, così chiamata in omaggio a Gio Ponti.