Toni Cordero

Toni Cordero lampada Ifigenia per Artemide
Toni Cordero lampada Ifigenia per Artemide

Lampada da terra mod. Ifigenia
Produzione Artemide, anni ‘90

Antonio – Toni – Cordero (Lanzo Torinese, 1937- Torino 2001) si laurea in Architettura a Torino e nel 1962 apre il suo primo studio. Si occupa di progettazione architettonica, e, tra i suoi primi lavori, si ricordano gli Uffici Direzionali dell’Olivetti a Ivrea e la ristrutturazione di quelli della Fiat a Mirafiori. Nel 1986 – con Sergio Hutter e Francesco Ossola – progetta lo Stadio delle Alpi di Torino.

Nella sua vita professionale Cordero ha dedicato particolare attenzione all’architettura di interni; in parallelo ha coltivato una personale passione per l’arte: nel 1976 apre a Torino il negozio Top Ten, dapprima come galleria d’arte e di design: gestito dalla moglie e dalle figlie, diventa in pochi anni un punto di riferimento per la moda di tendenza.

Nel 1981 cura per lo stilista giapponese Kenzo la catena di negozi in Europa ed USA; nel 1982 cura la ristrutturazione del palazzo Montecatini di Gio Ponti a Milano; nel 1983 i restauri dell’Hotel Splendido di Portofino; nel 1984 il restauro del Palazzo di Banco Mediceo del Filarete in via dei Bossi a Milano; nel 1986 le sale del consiglio per gli uffici direzionali Fiat di Corso Marconi a Torino; nel 1987 il progetto per il riordino e l’estensione del Museo dell’Automobile di Torino.

Da sempre attento alla rivalutazione dell’artigianato e delle arti applicate, nel 1999 partecipa alla Biennale Internazionale di Arti applicate di Matera e alla Mostra della Ceramica di Castellamonte.

Nel campo del design di furniture e lighting design ha lavorato, tra gli altri, per Acerbis, Driade, Artemide e Sawaya & Moroni. Con le sue lampade per Artemide, che evocano nei nomi la dimensione del mito, ha cercato, secondo le sue stesse parole, di

«vestire la luce nei molti possibili modi e risultati».

La lampada “Ifigenia”, firmata per Artemide, è insieme aggraziata e scultorea, originale e al contempo classica nel recupero non convenzionale del vetro: la struttura a stelo sorregge un diffusore caratterizzato da una decorazione circolare, asimmetrica, composta da eleganti strisce di vetro cattedrale molato blu elettrico, singolarmente assicurate alla struttura e disposte in maniera fluida, a ricordare l’ondeggiare di un tessuto a peplo finemente disposto.