“A San Mauro in una sera d’inverno”, 1911
105 x 145,5 olio su tela (rintelo)
Proveniente da una famiglia di attori, Cesari Maggi (Roma, 1881 – Torino 1961) è avviato agli studi classici dal padre. Ancora giovanissimo inizia a frequentare lo studio del pittore livornese Vittorio Corcos e, in seguito, di Gaetano Esposito a Napoli; esordisce alla mostra annuale della Società di Belle Arti di Firenze nel 1898.
La svolta decisiva nell’attività artistica di Cesare Maggi è impressa dalla mostra postuma di Giovanni Segantini, allestita presso la Società di Belle Arti di Milano nel 1899, che ne orienta definitivamente la produzione verso una pittura di paesaggio – soprattutto montano – di impronta divisionista.
Dopo un breve soggiorno in Engadina, rientra a Milano e, infine, si stabilisce a Torino. Grazie alla collaborazione commerciale con Alberto Grubicy fino al 1913, Maggi si impone rapidamente tra i maggiori rappresentanti del secondo divisionismo in Italia con un repertorio di paesaggi di montagna, spesso innevati, indagati perlopiù negli aspetti di rifrazione della luce e del colore.
Ottima la fortuna critica per tutto il primo decennio del secolo: nel 1905 Mattino di festa, esposto alla Biennale di Venezia, è acquistato dalla New South Wales Gallery di Sidney mentre nel 1907 La prima neve, esposto alla VII Biennale, viene acquisito dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna.
Partecipa alle principali rassegne espositive italiane ed europee e nel 1912 gli viene dedicata un’intera sala dell’Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia, dove viene esposta proprio l’opera A San Mauro in una sera d’inverno, dipinta l’anno precedente.
Nel 1913 lascia La Thuile, in Val d’Aosta, dove viveva dal 1904, per trasferirsi a Torino e interrompe il contratto con Grubicy.
Dagli anni Venti del Novecento si dedica al tema del ritratto, che gli viene spesso richiesto su committenza privata, come il bel soggetto femminile olio su tavola (forse in questo caso un’allieva dell’Accademia), e parallelamente continua a interessarsi a paesaggi montani e marini – specie dopo il 1915, quando entra in servizio nella Marina – resi con tecnica più libera e mossa.
Dal 1936 ricopre cattedra di Pittura all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino.
“Ritratto femminile”
79 x 51 olio su tavola