Rubens Santoro

Rubens Santoro (Mongrassano, Cosenza, 1859 – Napoli, 1942) "Capri, Marina Grande" 1880 63x104,5 olio su tela Opera firmata e datata in basso a sinistra Minimi ritocchi
Rubens Santoro (Mongrassano, Cosenza, 1859 – Napoli, 1942) "Capri, Marina Grande" 1880 63x104,5 olio su tela Opera firmata e datata in basso a sinistra Minimi ritocchi

“Capri, Marina Grande” 1880
63×104,5 olio su tela
Opera firmata e datata in basso a sinistra
Minimi ritocchi

Talento precocissimo, proveniente da una famiglia di artisti, Rubens Santoro frequenta il Regio Istituto di Belle Arti a Napoli sotto la guida del grande pittore Domenico Morelli: quest’ultimo ne rileva immediatamente le grandi capacità nel dipingere “dal vero” e lo incoraggia negli studi.

Nel 1874, a soli 15 anni, esordisce alla mostra della società Promotrice di Belle Arti di Napoli con tre dipinti ad olio, tra i quali la Una fanciulla che ride, premiato con la medaglia d’argento e acquistato dallo stesso Morelli. Da quel momento Santoro si fa notare per le sue marine e i paesaggi, rivelandosi degno erede della grande scuola napoletana. Amico di Antonio Mancini, nel 1874 incontra il pittore spagnolo Mariano Fortuny (1838-1874), che molto influenzerà la sua pittura per le scelte cromatiche e per la resa della luce.
A questo periodo vanno riferite alcune opere di assoluto rilievo come Idillio, esposta alla Promotrice di Torino del 1879 e oggi conservata alla GAM di Torino.

Il 1880 rappresentò un momento fondamentale nella sua carriera, grazie al viaggio a Venezia (e poi a Verona) e i lunghi soggiorni a Capri, luoghi che iniziò a ritrarre in vedute di grande raffinatezza compositiva, caratterizzati da acuto senso per la resa naturalistica e per gli effetti della rifrazione della luce.
A questo anno risale il notevole olio su tela “Capri. Marina Grande”, scena che ritrae il borgo marinaro assolato, illuminato dal nitore delle case bianche nella luce del mezzogiorno, con un gruppo di donne che torna verso casa.

Furono proprio la qualità di queste vedute, caratterizzate da tagli moderni e toni chiari e luminosi, resi da pennellate picchiettate, quasi sfaldate, a richiamare l’attenzione del grande mercante d’arte belga Adolphe Goupil, che gli aprì la strada del collezionismo europeo e americano.
Ritrattista di fama, dal 1893 partecipa a numerose esposizioni nazionali e internazionali, tra cui l’Esposizione Mondiale di Chicago e, nel 1910, l’Esposizione Internazionale di Buenos Aires.

Nel 1902 ottiene il titolo di professore onorario dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, città dove si stabilisce definitivamente sino alla morte, avvenuta nel 1942; il re Vittorio Emanuele III lo nomina Grande Ufficiale della Corona d’Italia. Molti suoi dipinti sono in raccolte pubbliche e private in Italia e all’estero.